mercoledì 14 ottobre 2015

BlogTour "Pensavo fosse dieta invece era Dukan" di Virginia Scarfili - VI Tappa

Buongiorno mie amate Lettrici :)

Ladra di Libri è stata invitata a partecipare al Blog Tour di "Pensavo fosse dieta invece era Dukan" romanzo di Virginia Scarfili, in uscita il prossimo 17 Ottobre.


Mi è stata affidata la VI tappa: argomento?
Sono felice di presentarvi il Primo Capitolo di questo divertentissimo libro, che spero possa strapparvi più di una risata!

Andiamo, però, per ordine.

 Il Blog Tour si compone di ben VII tappe che vi terranno compagnia dal 9 al 15 di ottobre.

Le regole sono poche e sono semplicissime:

  1. Scrivere "PARTECIPO" nei commenti di ogni singola tappa del Blog Tour, indicando la vostra e-mail;
  2. Cliccare "Mi Piace" alla Pagina Facebook dell'autrice Virginia Scarfili 
3. Cliccare "Mi Piace" alla Pagina Facebook di Fay Camshall.
4. Condividere il link di almeno una tappa del Blog Tour, modalità pubblica, e taggare più amici possibili.

In palio 3 copie, in versione ebook, di "PENSAVO FOSSE DIETA INVECE ERA DUKAN". 
L'ESTRAZIONE AVVERRA' NELL'ULTIMA TAPPA, IL 15 OTTOBRE!

***
Veniamo a noi.
In anteprima, solo su LADRA DI LIBRI IL BLOG, il 
Primo Capitolo.
 
Isabella Magri, Nomen omen, letteralmente il nome è un presagio, il nome è un destino, il destino nel nome, insomma chi più ne ha più ne metta ma, nonostante il bel cognome, non è il mio caso!

28 anni, un viso grazioso (così dicono), altezza media, circa 1,67 cm per un peso pari a 66 chili e una taglia che oscilla tra la 44 e la 46.

Diciamola tutta: non sono mai stata veramente grassa, il problema è che non sono stata mai nemmeno magra.

Quei brutti, orridi, inestetici chili in più mi fanno veramente infuriare! Ma sarà meglio andare avanti per gradi, partendo dall’inizio, dagli esordi.

Svolgo un lavoro che gli altri reputano molto bello, ad essere sincera anch’io all’inizio, peccato che sono sottopagata e faccio orari che nemmeno le formiche operaie si permettono.

Sono una giornalista e lavoro per un giornale della mia città. Ho cominciato facendo fotocopie e caffè, per poi passare a fare la correttrice di bozze degli articoli che gli altri giornalisti scrivevano, il mio capo si è accorto che sono brava a scrivere e mi ha promossa ad un livello più alto: da correttrice di bozze a redattrice della sezione articoli rosa; una noia tremenda, dover rispondere alle domande delle lettrici con problemi di cuore. All’inizio è stato pure divertente leggere tutte quelle lettere di donne disperate perché tradite da esseri subumani e poter rispondere di mandarli al diavolo; pensare che alcune mi riscrivevano pure per ringraziarmi dei vari consigli! Dopo un po’, però, ho cominciato ad annoiarmi a far quello, insomma io sono una persona dinamica, dal punto di vista intellettuale, ho bisogno che la mia mente sia in continuo movimento, che possa spaziare da un argomento all’altro.

Dal punto di vista fisico le cose, però, cambiano parecchio. Potrei definirmi un bradipo in letargo, se non fosse che mi sforzo di essere non atletica, che per me è un parolone, ma quantomeno in movimento, infatti vado a lavorare in bicicletta quando le tratte lo permettono, ma solo perché altrimenti i miei 66 chili potrebbero diventare tranquillamente 166 nel giro di pochi mesi. Assimilo pure l’acqua, eppure pare che bere 2 litri di acqua al giorno sia benefico e salutare, non so, io sono un disastro, il mio metabolismo è fermo ormai alla vecchia lira e, probabilmente, è morto insieme a lei, poi, ogni tanto si fa rivedere, come quando ti ritrovi mille lire dentro una vecchia borsa e lui, il metabolismo, riparte per qualche attimo, come i ricordi che ti legano al vecchio conio.

Per farla breve, dopo vari passaggi tra una redazione e l’altra, sono arrivata a fare la critica culinaria! Io! Io che ho sempre avuto questo cruccio dei 7-8 chili di troppo ecco che il mio capo mi chiama in riunione e mi dice che devo passare in rassegna tutti i ristoranti della città perché vuole aprire una nuova sezione dedicata a questi e ha bisogno di qualcuno che li giudichi da tutti i punti di vista. Un po’ come si fa per gli alberghi, cosa che avrei preferito mille volte, insomma lì sei riverita e servita, ti fanno provare le spa se le hanno, massaggi gratis e tutto ciò che è vacanza lì a portata di mano per te. Ma i ristoranti? Ne vogliamo parlare? Spazierò dalla pulizia delle cucine alla buona creanza dei camerieri e dei loro gestori per poi passare alla malvagità pura: l’assaggio delle pietanze!

Non si è trattato di una proposta fatta dal mio capo ma di un’imposizione. Ho detto e ripetuto più volte che non sono la persona più adatta a criticare i ristoranti ma lui ha insistito dicendo che chi non ama la cucina non è degno di vivere. Dentro di me ridevo, ma cosa crede che io non ami il cibo? Se potessi trascorrerei le mie serate insieme agli amici a mangiar prelibatezze di tutti i tipi, e per prelibatezze non intendo mica piatti raffinati come ostriche, sushi e caviale ma pietanze serie, vere, come primi e secondi succulenti e dolci da farci le gare a chi li fa più buoni con doppio bis per chi vince. E certo lui mica lo sa, lui non sa la fatica, il sacrificio di rinunciare giornalmente al cibo vero perché il problema non è tanto dimagrire, magari si riuscisse, ma non ingrassare!

Per circa tre settimane di qualche mese fa con i miei amici più cari avevamo stabilito due volte a settimana di vederci per cena e film e da lì ha avuto inizio la mia china. Ingrasso solo pensando di mangiare, immaginate quando mangio davvero cosa accade!

Esatto, accade quello.

Il mio corpo si allarga in maniera vergognosa. Tutto comincia dalla pancia, eccola lì pronta non a gonfiarsi ma a espandersi lateralmente, facendo in modo che la forma diventi subito una sorta di spugna quadrata assomigliando terribilmente al cartone Spongebob. Poi si passa alle braccia, che io definisco da camionista, quelle sono veramente brutte. Lo shock più grande accade sempre durante i mesi estivi, quando per esigenze dovute al caldo indosso maglie senza maniche e, in macchina, seduta davanti, sul posto del passeggero, col finestrino abbassato, riesco a vedere quella cosa.

La posizione è questa: gomito appoggiato al finestrino (sì dai, come i camionisti) e lo specchietto, tremendamente cattivo, mi rimanda l’immagine della parte interna del braccio subito dopo l’ascella, quella parte che, se ingrassi appena, comincia ad abbassarsi provocando una sorta di forma di deretano cadente. Ecco, le mie braccia viste da sotto sembrano una piccola versione di culo traballante!

Pare che io abbia la famosa forma a mela, si, io ingrasso bene: dappertutto! Non posso certo lamentarmi, quando mi allargo lo faccio per bene senza tralasciare alcuna parte di me.

E così le mie giornate trascorrono piuttosto tristi cercando e provando a stare a dieta e odiando le persone che dimagriscono senza fare sforzi.

Quelli che proprio non sopporto sono gli individui secchi da stress: loro mangiano ma dimagriscono perché lo stress gli mangia il corpo come una sorta di verme tenia, quello che avevo da bambina e mi hanno deliberatamente sottratto: l’appendice!

Da bambina ero magrissima. Fino all’età di 3 anni ero paffuta con le guance rosse, a 4 anni tutto ha cominciato a cambiare: odiavo il cibo! Ricordo con angoscia i pranzi quando c’era da mangiare la fettina. Mio padre stava lì ad osservare che finissi tutti i bocconi poi regolarmente masticati e sputati, io, in una valle di lacrime, col piatto incriminato innanzi con al suo interno forme deteriorate fino allo sfinimento e le parole di mio padre che mi risuonano ancora in testa:

Se non mangi muori!”.

Sono andata avanti così fino ai 6 anni quando durante un controllo si è scoperto che la mia appendice era infiammata e andava rimossa.

Il mio verme tenia, quello che divorava il cibo al posto mio distrutto con un taglio.

Dagli 8 anni in poi non sono mai più stata magra a livelli patologici, come diceva mia madre!

La prima vera dieta l’ho affrontata a 15 anni quando mio padre, un giorno a pranzo, mi dice che ha preso appuntamento con un endocrinologo per me perché lui non vuole una figlia grassa! Ma non era lui che da bambina mi diceva “Se non mangi muori?”.

Non oso nemmeno immaginare la mia espressione del viso di allora dopo aver sentito quelle parole. Malgrado ciò sono andata con mia madre da questo medico facendo tutti gli esami di routine ed una visita mirata con tanto di pesata di cui però non ricordo il peso esatto. Dovevo però perdere circa 6 chili per rientrare in un peso forma da quindicenne e non rischiare di continuare ad ingrassare. La dieta era seguita da massaggi, che forse, lo ricordo ancora, sono stati la parte più gradevole del tutto.

In quel periodo avrò perso circa 4,5 chili poi un po’ tutti in famiglia si sono stufati di me e anche mia madre che si era veramente rotta le scatole di dover pesare a crudo ogni pietanza.

E così è finita la mia prima vera seria cura dimagrante.

I chili vanno e vengono, un po’ come i soldi, e io, drammaticamente, gli sto dietro.

***

La DIETA rappresenta un argomento mooolto sensibile per noi donne, quasi un tabù.
Virginia dedica questo libro a tutte noi, perchè alla fine i Kg in più si possono perdere ma l'ignoranza di certe categorie di persone rimarrà immutata per i secoli dei secoli. 

Ridiamo dei nostri difetti.
La sottoscritta è a dieta da quando è venuta al mondo, ma non ho mai perso il sorriso..anzi.

Queste prime pagine mi hanno fatta sorridere ed hanno stuzzicato la mia curiosità.
Non vedo l'ora di leggerlo e condividere con voi la mia recensione!

Isabella, sei tutte noi :)

***

Prenotate "PENSAVO FOSSE DIETA INVECE ERA DUKAN".
Il 17 ottobre è alle porte!!


***

 

9 commenti:

  1. Grazie Sara, le tue parole sono perfette, spero che le lettrici colgano il senso del libro, come hai fatto tu già dal primo capitolo!!

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  2. Ed eccomi qui alla VI tappa partecipo moltoooooo volentieri la mia mail: rosalbasalamone70@yahoo.it

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  3. Un tasto dolente che ci coinvolge sempre , io vorrei ma non riesco, non è cosa mia, quindi paziensa dal nervoso mangio ci sono periodi in cui magari perdo peso e altri no ma di sicuro non ci cado malata e te lo dice una taglia 52 =D =D =D
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  4. la dieta questa amica nemica che ci fa soffrire piangere e ridere,
    sai sono convinta di una cosa magre o grasse comunque l'importante è vivere la vita con dolcezza allegria anche se a volte è difficile l'importante è provarci e poi ragazze quando siamo a dieta siamo isteriche e quindi via leggiamoci questo libro e ridiamo di noi stesse e dei nostri chili di troppo e ragazze sia mai che inventino un deodorante per noi che ci tolga i chili di troppo
    altolà al sudore e ALTOLA' AI CHILI DI TROPPO ....
    ahahah
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  5. Sto partecipando al blogtour e lascio il mio commento anche per questa tappa.
    Bellissimo il primo capitolo, ho avuto il piacere e l'onore di leggerlo in anteprima assoluta :-)

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  6. E mi ero dimenticata di commentare la tappa.
    Partecipo al Blog tour.
    Capitolo esilarante. Mi piace già il carattere di Isabella. Ne vedremo delle belle nel libro.
    Damy

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