domenica 14 luglio 2019

Recensione "Quello che non siamo diventati" di Tommaso Fusari

"La vita non può e non deve essere una metafora.
Tutti abbiamo bisgogno di un posto in cui tornare, reale, fatto di muri o di un certo profumo".

*

QUELLO CHE NON SIAMO DIVENTATI
di Tommaso Fusari
edito Mondadori 


TITOLO: QUELLO CHE NON SIAMO DIVENTATI
AUTORE: TOMMASO FUSARI
EDITORE: MONDADORI
PAGINE: 340
PREZZO: Cartaceo € 17 - Ebook € 9.99

TRAMA

«Andrà tutto bene, Michael.» «E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte. «E se andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.» Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.


*


RECENSIONE
Mi avevano avvisato che sarebbe stata una storia devastante, piena, struggente, capace di farti piangere tutte le lacrime che hai in corpo.

Così è stato.
Tommaso, per la sua giovane età, ha un talento unico.
Arriva al cuore delle persone in punta di piedi, quasi timidamente.

Questa è la storia di due fratelli, Michael e Sara (la protagonista si chiama come me, sarà per questo che mi sono sentita legata a lei da subito), del loro rapporto che con il passare degli anni invece di crescere fa un passo indietro, anzi, si ferma.

A volte il dolore divide due cuori.
La sofferenza ed il lutto hanno cancellato con una secchiata di vernice nera la loro promessa

«E se andasse tutto male?» 
«Be', restiamo insieme.» 
«Sempre?» 
«Per tutta la vita.»

Gli eventi tragici della vita hanno portato Michael e Sara ad allontanarsi pur abitando sotto lo stesso tetto.
Ciò che li unisce e li accomuna non è più l'amore fraterno di un tempo, bensì il vuoto.
Quella voragine, quella morsa che si forma nel cuore e non vuole più andare via.

Sara, da quando solo rimasti soli, si è sempre presa cura di entrambi.
La sua vita gira intorno al lavoro ed alle responsabilità della casa, trascurando il cuore tormentato di suo fratello che, al contrario, vive alla giornata in maniera scontata e superficiale.

Dividono la casa, una casa fredda priva d'amore e sentimento.

Sono sempre stati due fratelli complici, uniti contro le regoe dei genitori e della nonna.
Un episodio che ho amato e mi ha fatto sorridere molto è il loro "rito" di mangiare un piatto di spaghetti al pomodoro sul divano, con l'immancabile macchia di sugo che si catapultava sul cuscino, lasciando il segno di una serata di amore, dispetti e risate. 

QUELLO CHE NON SIAMO DIVENTATI è un libro forte.
Racchiude al suo interno piccole parti della vita di ognuno di noi.

Vi racconto la "mia parte", il "mio pezzo di vita" che Tommaso sembra aver scritto pensando a me.
Per farlo vi riporto una frase.

"Sentì il profumo della nonna, e di quello che contenevano le buste della spesa quando tornava dal mercato".
..
"Dov'erano i sorrisi, e quella sicurezza inconfondibile che senti dentro di te quando sei insieme a qualcun altro? Che fine aveva fatto la felicità"?

Dovete sapere che ho vissuto quasi tutta la mia vita con la mia Nonnina, eravamo io e lei, sempre, uniche ed inseparabili.
Da quando Lei non c'è più mi sono ritrovata spesso a chiedermi dove fosse finita la mia felicità. 
Se fossi riuscita ancora ad amare, sorridere, vivere senza Lei al mio fianco.

La risposta che mi sono data è si, certo.
Perchè abbiamo bisogno di credere che in questo mondo malato e difficile ci sia sempre una mano pronta a farci rialzare, ci sia una spalla sulla quale piangere, ci sia un abbraccio che profumi di casa.

"Passano gli anni e la nonna se ne va, in una notte qualsiasi, perchè qualcuno ha deciso che il suo tempo qui è finito, perchè è stata assorbita del tutto, e si potrebbe dire che abbia resistito anche troppo".
..
"Passano gli anni e devo andare via, Nonna, devo cercarmi un posto mio, un posto nuovo, un posto dove provare a ricominciare, ho bisogno di costruire qualcosa".

La mia Nonnina è voltata via una notte di febbraio, alla tv Fiorella Mannoia cantava "Che sia benedetta", un inno alla vita..che strano scherzo del destino vero?

Io vorrei ringraziare Tommaso per il suo coraggio, la sua sensibilità e per la sua storia, che in alcuni tratti sembra mi sia stata cucita addosso alla perfezione.

Ho un fratello più piccolo di qualche anno ( che a vedersi non si dirette, è un gigante in confronto a me :) ) per il quale darei la mia vita senza pensarci un attimo.
Perchè un fratello è parte di te, è il tuo sangue, il tuo battito ed il tuo respiro.


E' l'uomo che non ti abbandonerà mai.

Leggendo la storia di Micheal e Sara mi sono detta che quel "Ti voglio bene", a volte soffocato dall'orgoglio, dobbiamo urlarlo.
Non dobbiamo avere paura dei nostri sentimenti, non dobbiamo nascondere l'amore.
Bisogna parlare, confrontarsi, perchè il silenzio uccide il rapporto.

A volte bisogna perdersi per poi ritrovarsi, è dannatamente vero.

Non so se ho scritto tutto, sicuramente mancherà qualcosa.
Ma va bene così, perchè a parlarvi è stato il mio cuore ed al cuor non si comanda.

Grazie Tommaso.
Che il tuo libro sia di aiuto a chi si sente solo, a chi avrebbe bisogno di una carezza, di un abbraccio, di un bacio.
Che il tuo libro sia d'aiuto a chi fa vincere l'orgoglio, quando, a volte, sarebbe meglio metterlo in panchina.
Che il tuo libro sia d'ispirazione per chi ha paura di amare, di soffire, di mettersi in gioco.

"Quanta felicità si può nascondere dietro i piccoli gesti che non ti aspetti? Quelli di tutti i giorni, quelli compiuti da perfetti sconosciuti, quelli spontanei". 
Se ne nasconde tanta.
Vi auguro di trovarla e quando succederà, fatene tesoro.

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