Questa è una storia di amore e speranza.
*
QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO
di Laura Imai Messina
edito Piemme
TITOLO: QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO
AUTORE: LAURA IMAI MESSINA
EDITORE: PIEMME
PAGINE: 223
PREZZO: Cartaceo € 17.50 - Ebook € 9.99 |
TRAMA
Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si
spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata
una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che
trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni
anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la
cornetta per parlare con chi è nell'aldilà.
Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre.
Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più.
E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene.
Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre.
Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più.
E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene.
*
RECENSIONE
Ho scoperto questo libro quasi per caso, scorrendo le storie instagram della Casa Editrice che chiedeva ai suoi lettori quale sarebbe stato il messaggio che avessero voluto affidare vento.
Il mezzo di comunicazione in questione è una misteriosa cabina telefonica senza filo, situata in Giappone, più precisamente sulla Montagna della Balena, in un immenso giardino chiamato Bell Gardia.
Questa è la storia di Yui, una giovane speaker radiofonica, che nella tragedia dell'11 marzo del 2011 ha perso la mamma e la sua bambina di appena tre anni, portate via dallo tsunami.
Sono state ritrovate abbracciate, stretta l'una all'altra, quasi volessero proteggersi a vicenda.
Yui viene a conoscenza della cabina tramite un suo spettatore, che racconta la sua esperienza, creando in lei una sensazione che non provava da oramai troppo tempo, la curiosità.
Senza pensarci due volte decide di intraprendere questo lungo viaggio, nella speranza di dare una spinta alla sua vita, messa in stanby da quel maledetto giorno di marzo.
Arrivata a destinazione incrocia lo sguardo spento di Takeshi, anche lui alla ricerca di quella famosa cabina per poter parlare con la moglie morta poco tempo prima, lasciando lui e la loro bambina nella disperazione più totale.
Uno sguardo che vale più di mille parole, in grado di unire due sconosciuti legati dallo stesso dolore di perdita e desolazione.
Ho deciso di leggere questo libro con uno scopo ben preciso.
Cercare tra le sue pagine quella speranza che, a volte, mi abbandona.
Ho perso mia nonna tre anni fa, la sua assenza fa ancora molto rumore nel mio cuore, ha lasciato un vuoto immenso nella mia vita che, ad oggi, non riesco ancora a colmare e forse mai lo farò.
Mi capita spesso di parlare con lei, cercare quel segno che mi faccia sentire meno sola.
Affido, ogni giorno, le mie parole al vento sperando che possano arrivare a Lei.
Penso sia giusto, per chi abbia subito un lutto importante, continuare a coltivare la speranza, parlando con chi non c'è più, togliendoci quei pesi che sono diventati enormi macigni sul nostro cuore.
Fosse stato più vicino, avrei preso il primo treno per poter far visita a questa famosa cabina telefonica.
Avrei portato con me solo il suo ricordo, avendo la certerzza che mi sarebbe bastato.
QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO è una storia di rinascita.
Bisogna sempre trovare la forza per reagire, per alzarsi e tornare a prendere la vita a pugni.
Di vita ne abbiamo una sola, è preziona e dobbiamo viverla a pieno.
I nostri cari non vorrebbero vederci tristi, sconsolati ed inermi di fronte alle opportuità che busseranno un giorno alla nostra porta.
Yui è l'esempio da seguire.
La vita le ha tolto il suo bene più prezioso, la sua famiglia, lasciandola sola ed indifesa a lottare contro la disperazione di non voler più far parte di un mondo dove loro non ci sono più.
L'amore è la medicina, è la cura per ogni male, anche quello che pensiamo possa essere insuperabile.
Un incontro voluto dal destino, lo stesso destino che le ha rovinato la vita, lo stesso destino che cercherà di rimediare al torto che Yui ha ingiustamente subito.
E' un libro davvero molto bello, ricco d'amore e speranza.
Ve lo consiglio :)
*
Nessun commento:
Posta un commento